4 ragioni per le quali il trasporto a chiamata deve essere integrato nel trasporto pubblico

Il trasporto a chiamata o Demand-responsive transport (DRT) è una forma di trasporto che ha guadagnato popolarità negli ultimi anni e che si prevede cresca anche negli anni a venire (leggi il nostro precedente post sul blog per scoprire cos’è il trasporto a chiamata e perché molti operatori di trasporto lo utilizzano).

Se correttamente implementato, comunicato agli utenti e integrato con i servizi tradizionali a linea fissa, il DRT ha il potenziale per plasmare la mobilità del futuro. Spesso, tuttavia, vediamo che i progetti di trasporto a chiamata sono pensati e messi in campo come un silo separato da quella che è la ben più ampia rete di trasporto pubblico, con scarsa o inesistente integrazione tra i due.

La creazione di sistemi separati può sembrare in prima battuta il modo più semplice per implementare un tale paradigma, ma ad un costo molto elevato che spesso si tende a non considerare.

Per raggiungere l’obiettivo di ottimizzare il trasporto pubblico e condiviso e rendere le persone libere di muoversi, è fondamentale che il trasporto a chiamata venga pienamente integrato con i servizi di linea. La pubblica amministrazione e gli operatori di trasporto che trascurano questo aspetto si trovano poi a dover affrontare una o più delle seguenti criticità

  • L’utenza avrà inevitabilmente due app separate (una per il trasporto a chiamata e una per il trasporto pubblico) o persino di più se si tiene in considerazione anche la mobilità condivisa e la micromobilità. Ciò porta a un’enorme confusione e ad una pessima esperienza per l’utente, che si scontra con la missione di rendere la vita più facile a tutti i viaggiatori, poiché perderanno fiducia entrando in un circolo vizioso che alla fine ne ostacolerà l’adozione.
  • Le soluzioni hardware e software a bordo mezzo saranno inutilmente duplicate, con enormi costi aggiuntivi dovuti soprattutto all’installazione e alla manutenzione. Gli autisti si troveranno a doversi destreggiare tra più sistemi: il loro lavoro quotidiano diventerà sempre più macchinoso, generando insoddisfazione su più livelli.
  • Il personale di gestione degli operatori di trasporto continuerà ad avere difficoltà a gestire in modo efficace l’operatività quotidiana e governare con successo lo scenario di mobilità generale per la propria organizzazione. A causa della mancanza di uno strumento centralizzato per la gestione sia del trasporto a chiamata che del servizio di linea, la loro flessibilità operativa sarà quindi fortemente ridotta.
  • Le pubbliche amministrazioni che sovvenzionano con il denaro dei contribuenti l’ecosistema di mobilità subiranno la duplicazione di costi non necessari per sostenere sia il trasporto pubblico che i servizi a chiamata potenzialmente non necessari e viceversa; si pensi ad esempio ad un utente con la sua app DRT che prenota un servizio porta a porta ignorando completamente che potenzialmente un percorso di autobus di linea fissa è proprio dietro l’angolo e soddisferebbe a pieno le sue esigenze.

La piena integrazione tra trasporto a chiamata e trasporto pubblico – e possibilmente anche con mobilità condivisa e micromobilità – permette di evitare un aumento ingiustificato dei costi, facilita l’operatività del personale amministrativo e migliora l’esperienza dell’utente sfruttando la capacità intrinseca della mobilità su richiesta di agire come un servizio feeder della rete di trasporto. L’intermodalità effettiva permette il MaaS (Mobility-as-a-Service) su vasta scala, che mira ad adattare la mobilità alle esigenze dei passeggeri per dare libertà di movimento, razionalizzando allo stesso tempo lo scenario della mobilità in modo olistico, vera pietra angolare della mobilità del presente e obiettivo di quella del futuro.

Per questo motivo la piattaforma OpenMove supporta tutti gli schemi di trasporto, ovvero:

  • Servizi a linea fissa (ad es. trasporto pubblico locale)
  • Servizi a linea fissa con prenotazione (ad es. servizi a lunga percorrenza)
  • Trasporto a chiamata, con diverse declinazioni:
    • Porta a porta
    • Punto a punto
    • Da marciapiede a marciapiede

È possibile non solo gestirli tutti attraverso un’unica app per i passeggeri, un’unica soluzione a bordo veicolo e un’unica dashboard di gestione, ma anche passare senza problemi da un paradigma all’altro. Perché questa flessibilità è così fondamentale?

  • La progettazione di soluzioni di mobilità pubblica e condivisa non può essere il risultato di una decisione calata dall’alto, ma deve piuttosto seguire un approccio dal basso che parta dai bisogni delle persone che utilizzeranno i servizi. Questi bisogni non sono statici ma evolvono nel tempo e cambiano da utente a utente. L’integrazione di diversi schemi di trasporto consente di affrontare scenari reali e offrire soluzioni su misura per le esigenze dei singoli utenti, partendo dal problema e non dalla soluzione.
  • Flessibilità significa anche essere aperti a sistemi di terze parti: poter integrare il trasporto a chiamata in uno scenario di mobilità più ampio è la chiave per implementare un sistema già pronto per il futuro in cui le persone sono davvero libere di muoversi e hanno la possibilità di farlo in modo economicamente ed ambientalmente sostenibile.
  • Il DRT è ottimo quando si tratta di servire aree con una domanda bassa e poco concentrata ma potrebbe non essere la scelta migliore in altre aree o quando la domanda cresce rapidamente. Avere un’unica piattaforma software consente di passare senza soluzione di continuità da un paradigma all’altro, consentendo l’interoperabilità e risparmiando sui costi.

Versatilità fa rima con mobilità: le soluzioni software OpenMove sono progettate per coprire tutti gli schemi di trasporto e per integrarsi e adattarsi alle mutevoli esigenze dei passeggeri, mitigando il rischio di sprecare denaro per l’acquisto di una soluzione software a sé stante che diventa obsoleta con il tempo e non può più supportare la pluralità e la crescita dei paradigmi di trasporto emergenti.

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